Project Description

Nella provincia canadese del Quebec è stato istituito un registro degli utilizzatori della cannabis per uso terapeutico, con l’intenzione di aiutare medici e pazienti a controllarne la sicurezza e consentirne un utilizzo ottimale, studiando i benefici e i potenziali rischi. Realizzato grazie agli forzi congiunti dell’Istituto di ricerca della McGill University e del Consorzio canadese sull’uso dei cannabinoidi, si tratta del primo database di questo tipo esistente al mondo e raccoglierà i dati degli oltre 40mila canadesi che, in modo del tutto legale, utilizzano la cannabis per alleviare i sintomi di numerose patologie, come la sclerosi multipla, l’Aids, il cancro o l’epilessia. «Il registro – afferma Mark Ware della McGill University, coordinatore del progetto – segue un modello consolidato di farmacovigilanza, che si propone di osservare l’utilizzo dei farmaci non in un contesto clinico ma nel mondo reale e di riportare tutti gli eventi avversi che dovessero verificarsi». Obiettivo dichiarato del progetto è anche di aiutare la ricerca scientifica; infatti, spiega il medico canadese, «gli studi clinici sulla cannabis terapeutica sono ancora pochissimi e sono stati effettuati su gruppi di pazienti molto ridotti. La marijuana, o cannabis come preferisco chiamarla, è stata studiata in coloro che ne fanno un uso ricreativo, ma quando si parla di pazienti con la sclerosi multipla o una lesione al midollo spinale o malattie croniche gravi, il rischio che il farmaco interagisca con le terapie esistenti o con altre condizioni non è mai stato realmente approfondito». La sicurezza rappresenta la preoccupazione più diffusa, specie riguardo a quei pazienti che, a causa di patologie croniche, potrebbero assumere questa sostanza per periodi lunghi e, come spiega Ware, «il solo modo per affrontare il problema della sicurezza è seguire un gran numero di pazienti per molto tempo; molti medici nutrono ancora dubbi sul fatto che la cannabis funzioni davvero, ma li accantoneranno se i pazienti affermeranno di ricavarne benefici e non si osserveranno effetti avversi».

 

Tratto da Doctornews, bollettino medico online, del 23/5

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