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Il drenaggio connettivale

Si deve alla genialità della tedesca Dicke la messa a punto di questo bel regalo al genere umano.

 

La manipolazione del connettivo ha effetti benefici per tutto l’organismo.

“Connettivo” è il termine generico che identifica tutti i tessuti svolgenti una funzione di collegamento, di tenuta. Il connettivo manipolabile sarà ovviamente quello superficiale, facilmente raggiungibile dalle mani dell’operatore.

Praticamente tutta la superficie corporea può essere trattata con il metodo, rispettando alcune regole di base.

La manipolazione produce un effetto locale, di mobilizzazione delle tossine accumulate a poca profondità e di rielasticizzazione tessutale.
Occorre rispettare i luoghi da trattare, scegliendo con cura i cosiddetti piani di clivaggio intermuscolari, cioè in sostanza gli infossamenti che separano il rilievo di un muscolo da quello a lui adiacente: sono le zone di maggiore attività in quanto ricche di terminazioni del sistema nervoso autonomo.
Si spiega in questo modo l’efficacia, a volte straordinaria, del drenaggio connettivale in certe patologie da squilibrio neurovegetativo: il segnale meccanico prodotto sui recettori neurologici induce una risposta riflessa che si può trasmettere anche a grande distanza ed è in grado di modificare certe condizioni pervertite.

GRANDE EFFICACIA… e lo si sente

Il fatto che la manipolazione sia superficiale non deve trarci in inganno circa le sensazioni tattili che può evocare: verrebbe da pensare che uno stimolo meccanico non approfondito sia piuttosto innocuo, vero?
A volte certi pazienti NON resistono alle fortissime stimolazioni indotte da quel piccolo, innocuo polpastrello che passeggia qua e là, e ne dànno le descrizioni più pittoresche. Due, in particolare, vengono riferite:

La prima è il “taglio”: molti mi chiedono se sto usando le unghie per fare vivisezione sulla loro pelle, e rimangono attoniti quando mostro le mie dita costantemente limate. La sensazione è spiegabile per il fatto che il polpastrello, avanzando, sposta le masse liquide intrappolate negli spazi fra le cellule, eccitando in questo modo i recettori meccanici che pescano in quelle zone: la spinta del liquido viene soggettivamente avvertita come taglio.
La seconda è il “bruciore”: altri infelici, diversamente dai precedenti, si convincono che io abbia le dita infuocate. Qui entra in gioco la prevalente stimolazione dei recettori neurovegetativi, percepita dal cervello come cambiamento di temperatura.

L’effetto neurovegetativo

La sollecitazione dei recettori che afferiscono al sistema nervoso automatico produce molto spesso una normalizzazione dei segnali disturbanti: rallentamenti del transito intestinale, gambe pesanti durante la stagione calda rientrano in questo capitolo.

L’allentamento muscolare allevia molti dolori

Un altro effetto molto significativo del drenaggio connettivale è l’allentamento muscolare, che contribuisce a ridurre immediatamente molti disturbi di tipo motorio: cefalee muscolo-tensive, le cosiddette nevralgie intercostali, le dorsalgie e lombalgie, a volte anche iniziali sciatiche.
Le guaine sono pellicole che avvolgono strettamente ogni singolo muscolo, permettendogli di mantenere la propria forma e scorrere agevolmente sui muscoli adiacenti, come un mucchio di salsicce. Probabilmente è la diretta sollecitazione meccanica sulle guaine a garantire questo piacevole effetto rilassante.
Molto spesso utilizzo la tecnica come semplice propedeutico per il lavoro posturale: un organismo rilassato e sciolto apprende ed esegue con più facilità gli esercizi di riallineamento.

Detossificazione

Con “drenaggio” s’intende l’attività di allontanamento delle tossine dai tessuti affinché vengano rimesse in circolo e liberate attraverso i normali sistemi detossificanti (fegato, reni, respiro, sudorazione).
Molto spesso l’organismo si trova impossibilitato a garantire la detossificazione costante che, da sola, manterrebbe lo stato di salute, e questo perlopiù a causa di stimoli eccessivi: alimentazione squilibrata, abuso di alcol, fumo, sedentarietà (che a sua volta favorisce la stagnazione delle tossine), terapie farmacologiche croniche (utili sì, ma anche tossiche: farmaco in greco significa veleno).
Un buon drenaggio connettivale incrementa la mobilizzazione tossinica e quindi l’eliminazione all’esterno. In effetti è usuale che dopo il trattamento si abbia una gran voglia di urinare: i liquidi ristagnanti sono stati messi in circolazione e si presentano ai reni per essere scaricati.
I soggetti poli-intossicati sono quelli che più frequentemente percepiscono dolore alla manipolazione: evidentemente i tessuti intrisi di veleni sono più sensibili e reattivi della media.

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