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“Cento città contro il dolore”: così s’intitola un proclama che, proprio in questi giorni, invita i cittadini a mobilitarsi affinché il dolore fisico non sia più un cruccio dell’umanità. Qua e là, in tutta Italia, vengono organizzati degl’incontri pubblici per conoscere il tema e trovare soluzioni appropriate.

Poter avere la sistematica collaborazione delle amministrazioni pubbliche garantirebbe la riuscita ottimale e la diffusione capillare degli eventi futuri. Non dimentichiamo che il sindaco è, sul territorio, la maggiore autorità sanitaria; certo NON ha intrinseche competenze infermieristico-medico-psicologiche, ma spetta a lui il compito di gestire la salute dei suoi cittadini con interventi politico-amministrativi idonei. E allora sarebbe giusto, di giustezza e di giustizia, che un consorzio di sindaci a sua volta promuovesse l’iniziativa.

La patologia da dolore è diventata un’entità a sé stante: risolto il problema acuto che ha innescato un dolore, quello si mantiene nonostante la (apparente) assenza di stimolo. Forse l’esempio più conosciuto è la nevralgia post-herpetica: dopo il fuoco di sant’Antonio, a volte anche per mesi, il soggetto colpito soffre di dolori intensissimi proprio sulla sede dove precedentemente alloggiavano le bollicine dell’herpes; ma gli esempi di altre, nuove cosiddette “nocipatìe”, purtroppo sono sempre più numerosi.

Giustamente, la medicina ufficiale si concentra sulla ricerca di metodi per alleviare immediatamente il sintomo, utilizzando per esempio farmaci sempre più efficaci e senza effetti collaterali, o altri supporti come l’emissione di micro-correnti elettriche tali da inibire la percezione del segnale nervoso.

Parallelamente, però, si potrebbe fare dell’altro: l’esperienza ha dimostrato che

  • il monitoraggio dell’equilibrio acido/base (effettuabile con semplici cartine di tornasole per valutare il pH delle urine) permette di correggere gli eccessi acidi con dei prodotti non troppo diversi dal semplice bicarbonato di cucina, facendo la differenza tra dolore e non-dolore;
  • il ribilanciamento posturale consente di ridurre drasticamente, in alcuni casi eliminare del tutto, i potenti dolori di natura ortopedica;
  • la corretta gestione emozionale interrompe un circolo vizioso di esasperazione, che partendo dall’ansia auto-alimenta il sintomo.

Ci sarebbero altri esempi; questo articoletto però non vuole essere enciclopedico ma soltanto offrire uno spunto di riflessione: cari Sindaci, si potrebbero organizzare degli eventi pubblici allo scopo di insegnare

  • tecniche posturali di base, come il Tai Chi (ma più facili del Tai chi!) che viene regolarmente praticato in Cina da tutte le comunità lavorative e scolastiche;
  • la corretta esecuzione dei controlli urinari autogestibili, per riconoscere l’eventuale acidosi e imparare, con le dovute istruzioni, a modularla grazie a prodotti innocui o (ancora meglio) cambiamenti di dieta;
  • una buona padronanza delle reazioni emozionali più semplici ed immediate, ottenibile attraverso semplici esercizi di respiro o scioglimento muscolare, in modo che il dolore non possa “aggrapparsi” a quelle e pervadere l’organismo.

Noosoma, ovviamente, si rende disponibile per diffondere quest’opportunità su tutto il territorio provinciale.

Fonte: Cuneocronaca