Tra i nostri lettori, anche il più rispettoso (del pianeta, degli animali, delle regole di non-sfruttamento dei lavoratori, dell’etica in generale) non potrà esimersi dal festeggiare il periodo a cavallo fra i due anni con libagioni di vario genere. Lascio ad altri il compito di suggerire menu giusti, gustosi, salutari, volendo qui concentrarmi su un aspetto molto selettivo – e perlopiù trascurato – del nutrirsi.

L’articolazione temporo-mandibolare a prima vista sembrerebbe soltanto lo snodo ottimale per permettere la masticazione del cibo e l’emissione di suoni. Il concetto ovviamente NON è sbagliato bensì limitato. C’è uno stretto parallelismo fra la sua buona apertura-chiusura elastica e il benessere generale dell’organismo, spiegabile con una serie di considerazioni, alcune di natura meccanica altre di natura chimico-neurologica:

–                La potente muscolatura che collega mascella (l’osso che accoglie i denti superiori) e mandibola (che sostiene quelli inferiori) riverbera il suo effetto meccanico lungo tutto il collo e, da qui, tutto il tronco. L’incitamento, comune a tutte le lingue e tutte le epoche, a “stringere i denti” suggerisce che il serramento mandibolare permetta di attingere a forze altrimenti sconosciute. Una delle possibili spiegazioni scientifiche di questo fenomeno si ricollega al piccolo muscolo pterigoideo interno (invisibile, nascosto com’è nella profondità della bocca e del cranio) che ha uno stretto collegamento funzionale con il trapezio del lato opposto: contraendo adeguatamente il primo si ottiene una potente preattivazione del secondo grazie alla quale si riesce a sostenere grandi sforzi, non solo fisici, mantenendo il buonumore.

–                Il ritmo dell’articolazione trasmette un messaggio neurologico che attiva precocemente i centri cerebrali della sazietà, garantendo il non-abuso di cibo.

–                La lunga permanenza del boccone in continuo movimento masticatorio permette lo sminuzzamento ottimale del cibo, ridotto in frammenti così piccoli da poter essere adeguatamente aggrediti dagli enzimi digestivi; stimola, in cascata neurologica riflessa, l’attività secretiva di stomaco, fegato e pancreas; innesca una risposta di movimentazione lungo tutto l’intestino, per predisporlo ad accogliere gli alimenti, digerirli e assimilarli; esalta il gusto dei cibi di buona qualità (mentre fa decadere rapidamente il gusto “industriale” prodotto da aromatizzanti chimici); conferma, in via chimica, il riflesso di sazietà indotto in via meccanica.

Buone feste a tutti, ma masticando!

Mario Frusi

 

Fonte: viveresostenibile.net – novembre 2016